Harakiri Testo
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Informazioni su Harakiri Harakiri è una canzone di Samuele Bersani, disponibile dal 18 settembre 2020.
È la quinta traccia dell'album Cinema Samuele e ne anticipa l'uscita.
Harakiri è il ritratto di un uomo che dal suo abisso riesce sorprendentemente a risalire.
Un racconto cinematografico pieno di realismo e dirompente poesia dove, nel totale black out del mondo, anche il disagio più buio può trasformarsi in rinascita.
È la quinta traccia dell'album Cinema Samuele e ne anticipa l'uscita.
Harakiri è il ritratto di un uomo che dal suo abisso riesce sorprendentemente a risalire.
Un racconto cinematografico pieno di realismo e dirompente poesia dove, nel totale black out del mondo, anche il disagio più buio può trasformarsi in rinascita.
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Testo Harakiri
Stava facendosi harakiri
chiuso in un cinema porno francese
ma dopo i primi tentativi
“non è il momento” disse, poi si arrese
agli sviluppi della trama, alla profondità dei dialoghi
Per arrivare all'astronave
Quella scatola tutta lamiere
Che non smetteva di tremare
E si appoggiava appena su due pietre Aveva attraversato i campi
E si era aperto il mignolo di un piede
Canzoni d'amore altamente nocive
Per un cuore già troppo pulsante
Sapendo che in giro non c'era un dottore
Non stava mai lì ad ascoltarle
Davanti a uno specchio di carta argentata
Pensò
Guarda che fisico
Potrei dire di aver fatto lo stuntman
Si addomentò spontanemente
Con un sonnifero lasciato in tasca
Con un sorriso deficiente
Di un'imbucata al centro della festa
Sognò di avere un'aragosta
Ancora viva dentro ad una busta
Si era svegliato con il cappotto addosso
Con una tanica di acqua di fosso Da far bollire sul fornello
Tenuto in bilico con un ombrello
Che non poteva più aprirsi
Ma gli era utile per questo e quello
Persino a far finta di avere un fucile
Col quale difendersi quando
Provavano a superare il confine
Sparava bestemmie di marmo
Davanti ai ragazzi seduti sui cofani che lo provocavano
Tiro giù anche l'ultimo santo
Poi dopo una serie di giorni infelici
Venne fuori vestito di bianco,
Sembrava una lucciola in mezzo a un blackout
Per fargli un regalo
Anche il cielo di colpo si aprì a serramanico
Come se spalancasse un sipario
chiuso in un cinema porno francese
ma dopo i primi tentativi
“non è il momento” disse, poi si arrese
agli sviluppi della trama, alla profondità dei dialoghi
Per arrivare all'astronave
Quella scatola tutta lamiere
Che non smetteva di tremare
E si appoggiava appena su due pietre Aveva attraversato i campi
E si era aperto il mignolo di un piede
Canzoni d'amore altamente nocive
Per un cuore già troppo pulsante
Sapendo che in giro non c'era un dottore
Non stava mai lì ad ascoltarle
Davanti a uno specchio di carta argentata
Pensò
Guarda che fisico
Potrei dire di aver fatto lo stuntman
Si addomentò spontanemente
Con un sonnifero lasciato in tasca
Con un sorriso deficiente
Di un'imbucata al centro della festa
Sognò di avere un'aragosta
Ancora viva dentro ad una busta
Si era svegliato con il cappotto addosso
Con una tanica di acqua di fosso Da far bollire sul fornello
Tenuto in bilico con un ombrello
Che non poteva più aprirsi
Ma gli era utile per questo e quello
Persino a far finta di avere un fucile
Col quale difendersi quando
Provavano a superare il confine
Sparava bestemmie di marmo
Davanti ai ragazzi seduti sui cofani che lo provocavano
Tiro giù anche l'ultimo santo
Poi dopo una serie di giorni infelici
Venne fuori vestito di bianco,
Sembrava una lucciola in mezzo a un blackout
Per fargli un regalo
Anche il cielo di colpo si aprì a serramanico
Come se spalancasse un sipario
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