Col Senno Di Poi Testo
- Home
- >
- N
- >
- Nippon Il Vandalo
- >
- Kamikaze (2005)
- >
- Col Senno Di Poi
Testo Col Senno Di Poi
Featuring Darkeemo
Nippon.
Il giudizio ossessiona la mente con lenti supplizi
cibandola agli iniz di forse che dan forma a nascosti bisbigli
forte di pensieri fittizi, dopo alcuni sbadigli
trasforma leoni in conigli,un'orda di sordi che presiede comizi
turbini il vento del dubbio apre le finestre della mia mente
fulmini nelle stanze segrete inerme come foglie secche
multipli possibilità che l'ego in gioco rimette sudici giochi di luce e ombra che lo spechio del falso riflette.
La ragione morde l'anima come le corde di un'arpa
come la fame,morte,trasformano il corpo in un arma
occorre esser forte, per non spirar gridando aliti di ansia
prigionieri in precipizi della mente in cui è sempre battaglia
Col senno di poi,osservo che cercavo il sole nell'eclissi
noi,mimi ciechi perciò è difficile capirsi
noi,assassini e suicidi che non voglion pentirsi,
cancellar i propri errori in pratica è solo facile a dirsi
RIT.
Col senno di poi,si destano voci dal profondo
col senno di poi,mi guardo allo specchio e non mi riconosco
errori,sbagli,delusioni mi fanno diverso da quello che voglio
sono l'errore di me stesso,vivo solo dietro un vetro e sopra un foglio.
Darkeemo.
Vivo cent'anni di solitudine come Marquez
lo spirito del tempo riecheggia nelle mie stanze
voci di rimostranze esaltano le mie ansie mi hanno rubato l'anima e preso laspee sue sembianze
la notte grida i miei rimpianti con voce più acuta
la spada del rimorso trafigge la carne nuda
il mio sfidante farà sempre la mossa più astuta
la mia parola è un'ala del silenzio come Neruda
resto sospeso in questa dimensione atemporale_
il mio passato sarà il futuro se non so dimenticare
cielo spettrale giusta punizione per chi si illude
non resta che invocare un Ave Maria come Schubert
e come Orfeo negli inferi ora non posso voltarmi_
il senno di poi è un'arma puntata pronta ad annientarmi
se mischi gli echi di salmi a reminiscenze di sbagli_
potrai intravedere il dedalo in cui stento ad orientarmi
rit.
ogni giornata malinconica,senza una logica
spesa parlando al vento,urlando in silenzio,facendo retorica
colpendolo dentro,ritorna quando si corica
per questo la vita non ha certezze resterà sempre un'incognita
io chiedo troppo a me stesso ambisco ad essere perfetto
ammetto il mio errore però difficilmente lo accetto
troppo sconcerto se elenco ogni occasione perduta
duello coi miei ricordi come lamotta e raysugar
Ammazzo il tempo a farmi uccidere dai ricordi
che poi appassiscono come foglie,senti la decomposizione dei corpi
ho vissuto giorni in bianco e nero col senso di vomito
perchè i colori me li aveva rubati un dio daltonico
visioni stuprano i miei sogni dormo ad occhi aperti
colori si confondono in mezzo ai miei cieli inerti
venti che soffiano la stasi è un utopia
dove inizia e dove termina la mia malattia
Nippon.
Il giudizio ossessiona la mente con lenti supplizi
cibandola agli iniz di forse che dan forma a nascosti bisbigli
forte di pensieri fittizi, dopo alcuni sbadigli
trasforma leoni in conigli,un'orda di sordi che presiede comizi
turbini il vento del dubbio apre le finestre della mia mente
fulmini nelle stanze segrete inerme come foglie secche
multipli possibilità che l'ego in gioco rimette sudici giochi di luce e ombra che lo spechio del falso riflette.
La ragione morde l'anima come le corde di un'arpa
come la fame,morte,trasformano il corpo in un arma
occorre esser forte, per non spirar gridando aliti di ansia
prigionieri in precipizi della mente in cui è sempre battaglia
Col senno di poi,osservo che cercavo il sole nell'eclissi
noi,mimi ciechi perciò è difficile capirsi
noi,assassini e suicidi che non voglion pentirsi,
cancellar i propri errori in pratica è solo facile a dirsi
RIT.
Col senno di poi,si destano voci dal profondo
col senno di poi,mi guardo allo specchio e non mi riconosco
errori,sbagli,delusioni mi fanno diverso da quello che voglio
sono l'errore di me stesso,vivo solo dietro un vetro e sopra un foglio.
Darkeemo.
Vivo cent'anni di solitudine come Marquez
lo spirito del tempo riecheggia nelle mie stanze
voci di rimostranze esaltano le mie ansie mi hanno rubato l'anima e preso laspee sue sembianze
la notte grida i miei rimpianti con voce più acuta
la spada del rimorso trafigge la carne nuda
il mio sfidante farà sempre la mossa più astuta
la mia parola è un'ala del silenzio come Neruda
resto sospeso in questa dimensione atemporale_
il mio passato sarà il futuro se non so dimenticare
cielo spettrale giusta punizione per chi si illude
non resta che invocare un Ave Maria come Schubert
e come Orfeo negli inferi ora non posso voltarmi_
il senno di poi è un'arma puntata pronta ad annientarmi
se mischi gli echi di salmi a reminiscenze di sbagli_
potrai intravedere il dedalo in cui stento ad orientarmi
rit.
ogni giornata malinconica,senza una logica
spesa parlando al vento,urlando in silenzio,facendo retorica
colpendolo dentro,ritorna quando si corica
per questo la vita non ha certezze resterà sempre un'incognita
io chiedo troppo a me stesso ambisco ad essere perfetto
ammetto il mio errore però difficilmente lo accetto
troppo sconcerto se elenco ogni occasione perduta
duello coi miei ricordi come lamotta e raysugar
Ammazzo il tempo a farmi uccidere dai ricordi
che poi appassiscono come foglie,senti la decomposizione dei corpi
ho vissuto giorni in bianco e nero col senso di vomito
perchè i colori me li aveva rubati un dio daltonico
visioni stuprano i miei sogni dormo ad occhi aperti
colori si confondono in mezzo ai miei cieli inerti
venti che soffiano la stasi è un utopia
dove inizia e dove termina la mia malattia
Lyrics powered by LyricFind