79 Testo
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Testo 79
Io al liceo non ho mai studiato molto
Ero uno zuzzurellone
Lanciavo astucci dalla finestra
Durante l’ora di religione, eh
Le interrogazioni erano film ed io
Giravo spesso scene mute e non stavo al mio posto
Profe Citterio, glielo confesso, a me l’Orlando Furioso è sempre Sembrato tutto fumo e niente Ariosto
E tutti mi guardavano torvo
Come i piccioni guarderebbero un corvo I veri amici li contavo
Come Capitano Uncino sulle dita di una mano
Ma come si fa a prendere sul serio
Uno che dice di ascoltar Luciano Berio
Davvero non lo so
(E adesso parte la seconda strofa)
Ma alla maturità studiai discretamente
Cercai di non far la malapianta
Perché per entrare in un’università londinese
Mi serviva almeno ottanta
E quindi, lo dissi a tutti anche ai professori
Che ottanta era il mio obiettivo
La prima grande impresa della vita
Come accendere un fuoco per un primitivo
E con mia grande sorpresa ottenni
Buoni voti nelle prove scritte, non fu dura
E poi toccò alla tesi sulla musica di Derek Bailey Scritta con il cuore e proprio per questo immatura
Tutti mi lanciavano invettive
Come su Craxi con le monetine
Ma il sogno di un ottanta immeritato
Si avvicinava lento ed ostinato
Ma che Tozzi che sono i maturandi
Con i loro grandi sogni di gloria
Prima a studiare rinchiusi come Oscar Wilde
E poi ad uscire per fare Baldorian
E alla fine in qualche modo sono uscito
Senza calci, senza spine e senza lode
Niente ottanta, forse per darmi una lezione
Mi hanno appioppato un 79 ma ho capito che
Chi vince generalmente muore giovane
Le sconfitte invece ti tengono in vita
Che in fondo è tutto come il tetris, i successi svaniscono
Mentre gli errori restan lì a far da calamita
Ma soprattutto che così come San Valentino è
Un’invenzione dell’industria dei cioccolatini per i cuori afflitti
La maturità altro non è
Che una grande invenzione di mister Antonello Venditti
Ero uno zuzzurellone
Lanciavo astucci dalla finestra
Durante l’ora di religione, eh
Le interrogazioni erano film ed io
Giravo spesso scene mute e non stavo al mio posto
Profe Citterio, glielo confesso, a me l’Orlando Furioso è sempre Sembrato tutto fumo e niente Ariosto
E tutti mi guardavano torvo
Come i piccioni guarderebbero un corvo I veri amici li contavo
Come Capitano Uncino sulle dita di una mano
Ma come si fa a prendere sul serio
Uno che dice di ascoltar Luciano Berio
Davvero non lo so
(E adesso parte la seconda strofa)
Ma alla maturità studiai discretamente
Cercai di non far la malapianta
Perché per entrare in un’università londinese
Mi serviva almeno ottanta
E quindi, lo dissi a tutti anche ai professori
Che ottanta era il mio obiettivo
La prima grande impresa della vita
Come accendere un fuoco per un primitivo
E con mia grande sorpresa ottenni
Buoni voti nelle prove scritte, non fu dura
E poi toccò alla tesi sulla musica di Derek Bailey Scritta con il cuore e proprio per questo immatura
Tutti mi lanciavano invettive
Come su Craxi con le monetine
Ma il sogno di un ottanta immeritato
Si avvicinava lento ed ostinato
Ma che Tozzi che sono i maturandi
Con i loro grandi sogni di gloria
Prima a studiare rinchiusi come Oscar Wilde
E poi ad uscire per fare Baldorian
E alla fine in qualche modo sono uscito
Senza calci, senza spine e senza lode
Niente ottanta, forse per darmi una lezione
Mi hanno appioppato un 79 ma ho capito che
Chi vince generalmente muore giovane
Le sconfitte invece ti tengono in vita
Che in fondo è tutto come il tetris, i successi svaniscono
Mentre gli errori restan lì a far da calamita
Ma soprattutto che così come San Valentino è
Un’invenzione dell’industria dei cioccolatini per i cuori afflitti
La maturità altro non è
Che una grande invenzione di mister Antonello Venditti
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