La Fatica Testo
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Testo La Fatica
(P.A.Bertoli - M.Piccoli)
Amore mio, che cosa vuoi che dica
Sarà che mi è scoppiata la fatica
O forse ho scaricato tutto il sacco di esperienza
E sono fermo ai blocchi di partenza
A volte sono stanco di pensare
Mi sento come un pesce senza il mare
Ho scritto tante cose, tanti fatti e le ragioni, cercando di fermare le emozioni
Mi piace aprir la botte e raccontare di come a volte il cielo tocca il mare Di come l'infinito sia nel viso della gente, che ha costruito tutto e non ha mai avuto niente
Amore mio, vorrei cominciare con tante cose ancora da inventare
E non sentirmi vuoto come un fiasco già scolato
Con l'impressione d'essere arrivato
Mi piace scombinare l'acquisto e rivoltar la giacca ad un partito
E fare i conti in tasca alle morali e tradizioni
Col gusto di scoprire le finzioni
E allora con la falce taglio il filo della luna
La musica mi sembra più vicina
E prendo a pugni e schiaffi la tristezza e la sfortuna
E cerco di tornare come prima
Amore mio, mi mancan le parole per costruire torri in faccia al sole
Sarà perché son stato troppo tempo a vegetare
Che l'ho chiamato spesso riposare
Ma non ho ancora perso la mia rabbia
Non mi hanno ancora nella gabbia
E pesco ancora in fondo alle mie tante ribellioni per scaricarle dentro alle canzoni
Mi piace respirare la chiarezza
Sentire dentro un po' di tenerezza
Rompendo i bugigattoli dei dogmi culturali stampate sulle tavole di pietra o sui giornali E ancora con la falce taglio il filo della luna
La musica mi sembra più vicina
E prendo a pugni e schiaffi la tristezza e la sfortuna
E cerco di tornare come prima
Amore mio, se a volte mi nascondo
Se chiudo le mie entrate a questo mondo
È solo per cercare di capire come sono
Mi sento naufragare e mi abbandono
Mi piace poi tornare come nuovo
Sentire che mi scrollo e che mi muovo
Allora c'è nell'aria come un altro ritornello
Così che ripulisco il mio cervello
E allora con la falce taglio il filo della luna
La musica mi sembra più vicina
E prendo a pugni e schiaffi la tristezza e la sfortuna
E cerco di tornare come prima.
Amore mio, che cosa vuoi che dica
Sarà che mi è scoppiata la fatica
O forse ho scaricato tutto il sacco di esperienza
E sono fermo ai blocchi di partenza
A volte sono stanco di pensare
Mi sento come un pesce senza il mare
Ho scritto tante cose, tanti fatti e le ragioni, cercando di fermare le emozioni
Mi piace aprir la botte e raccontare di come a volte il cielo tocca il mare Di come l'infinito sia nel viso della gente, che ha costruito tutto e non ha mai avuto niente
Amore mio, vorrei cominciare con tante cose ancora da inventare
E non sentirmi vuoto come un fiasco già scolato
Con l'impressione d'essere arrivato
Mi piace scombinare l'acquisto e rivoltar la giacca ad un partito
E fare i conti in tasca alle morali e tradizioni
Col gusto di scoprire le finzioni
E allora con la falce taglio il filo della luna
La musica mi sembra più vicina
E prendo a pugni e schiaffi la tristezza e la sfortuna
E cerco di tornare come prima
Amore mio, mi mancan le parole per costruire torri in faccia al sole
Sarà perché son stato troppo tempo a vegetare
Che l'ho chiamato spesso riposare
Ma non ho ancora perso la mia rabbia
Non mi hanno ancora nella gabbia
E pesco ancora in fondo alle mie tante ribellioni per scaricarle dentro alle canzoni
Mi piace respirare la chiarezza
Sentire dentro un po' di tenerezza
Rompendo i bugigattoli dei dogmi culturali stampate sulle tavole di pietra o sui giornali E ancora con la falce taglio il filo della luna
La musica mi sembra più vicina
E prendo a pugni e schiaffi la tristezza e la sfortuna
E cerco di tornare come prima
Amore mio, se a volte mi nascondo
Se chiudo le mie entrate a questo mondo
È solo per cercare di capire come sono
Mi sento naufragare e mi abbandono
Mi piace poi tornare come nuovo
Sentire che mi scrollo e che mi muovo
Allora c'è nell'aria come un altro ritornello
Così che ripulisco il mio cervello
E allora con la falce taglio il filo della luna
La musica mi sembra più vicina
E prendo a pugni e schiaffi la tristezza e la sfortuna
E cerco di tornare come prima.
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