Tutto Tace Testo
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Informazioni su Tutto Tace Tutto Tace è una canzone dei Marlene Kuntz.
È la seconda traccia dell'album Karma Clima.
È la seconda traccia dell'album Karma Clima.
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Testo Tutto Tace
Le voci come nubi si rincorrono
Risuonano di frenesia cinetica
Da questa selva oscura e metaforica
Le sento e poi le vedo mentre sfilano
Denso e cupo e nero sta per farsi il cielo
Gli sprazzi del mio ingegno come lucciole
I raggi della luce ormai meteore
Sferza il vento nella macchia del pensiero
Lampi fra le nubi si divertono
A fare il contrappunto dell'unisono
Di tutto quel vociare fantasmatico
Che giusto poco prima era caotico
Lascio in superficie la mia maschera
Ad ascoltare l'eco dell'oscurità
E scendo negli abissi della vastità
Di un labirinto di cui sono forestiero
Ma non potrò precludermi lo scempio
Neppure obnubilando la ragione
Oppure coltivando l'illusione di
Essere in un sogno e al mio risveglio, sì
Approdare ad una condizione di pre-catastrofico stupore
L'uomo prima dell'antropocene
L'uomo prima di, prima di
Scavo ancora un po' in fondo al nero
Letargo e pace
Vago nei recessi e fra gli anfratti
E sento la protervia degli sfratti
Da ciò che mi sta dentro e mi appartiene
Di cui consisto e anche se lo so bene
Mi è lontano come un aquilone
Che il vento ha sottratto alla mia mano
E nonostante questa cognizione
Procedo a tentoni, piano piano
Ma non potrò precludermi lo strazio
Di un incubo che inquina la ragione
E spegne anche ogni illusione
E' un incubo, è un incubo
Stavo ancora un po' in fondo al nero
Letargo e pace
Rinnego il mio pensiero
E tutto tace
Tutto tace
Tutto tace
Tace
Risuonano di frenesia cinetica
Da questa selva oscura e metaforica
Le sento e poi le vedo mentre sfilano
Denso e cupo e nero sta per farsi il cielo
Gli sprazzi del mio ingegno come lucciole
I raggi della luce ormai meteore
Sferza il vento nella macchia del pensiero
Lampi fra le nubi si divertono
A fare il contrappunto dell'unisono
Di tutto quel vociare fantasmatico
Che giusto poco prima era caotico
Lascio in superficie la mia maschera
Ad ascoltare l'eco dell'oscurità
E scendo negli abissi della vastità
Di un labirinto di cui sono forestiero
Ma non potrò precludermi lo scempio
Neppure obnubilando la ragione
Oppure coltivando l'illusione di
Essere in un sogno e al mio risveglio, sì
Approdare ad una condizione di pre-catastrofico stupore
L'uomo prima dell'antropocene
L'uomo prima di, prima di
Scavo ancora un po' in fondo al nero
Letargo e pace
Vago nei recessi e fra gli anfratti
E sento la protervia degli sfratti
Da ciò che mi sta dentro e mi appartiene
Di cui consisto e anche se lo so bene
Mi è lontano come un aquilone
Che il vento ha sottratto alla mia mano
E nonostante questa cognizione
Procedo a tentoni, piano piano
Ma non potrò precludermi lo strazio
Di un incubo che inquina la ragione
E spegne anche ogni illusione
E' un incubo, è un incubo
Stavo ancora un po' in fondo al nero
Letargo e pace
Rinnego il mio pensiero
E tutto tace
Tutto tace
Tutto tace
Tace
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