Lady Lucrezia Testo
Testo Lady Lucrezia
Pallida in volto
Le gambe molto belle
Bimba Lucrezia
Voleva tre sorelle
Una per farla
Diventare strega
L’altra pensava di metterla in congrega
La terza invece
Da cavia le serviva
Per fare filtri D’amore come ambiva
Invece la sorte alla mamma
Dispose un marito
Sfinito, sfibrato, sfiancato
e un poco spaurito
Lucrezia convinse la mamma
a tentar con un’orgia
Ma pure restò l’unica erede dei Borgia
Gli occhi celesti
La grazia sopra i fianchi
Donna Lucrezia
ambiva dieci amanti
tre li voleva
distesi sopra il letto
quattro riserva
di guardia presso il letto
due già pronti
li fuori la porta
uno abbracciato
ma con la mano morta Invece la sorte
malvagia le diede un marito
Sfinito, sfibrato, sfiancato
e un poco spaurito
Lucrezia brigò
con i filtri, tentò con un’orgia
Ma in bianco restò,
sempre l’unica erede dei Borgia
Triste e cattiva
Le cosce dirompenti
Lady Lucrezia
Amava poco e a stenti
Ella voleva
il furor di mille amanti
Ma la fregavan
Lignaggio ed i parenti
Papà lo zio
Parente un cardinale
Re il marito
La nonna all’ospedale
Le venne una tarda serata
di tiglio odorosa
L’idea lampante geniale
e molto festosa
Lucrezia un goccio
di arsenico mise nel vino
Quel tanto in sostanza
che avrebbe eccitato il tapino
Con la vergogna
Di essere impotente
Ecco il marito che beve l’ingrediente
Prima il meschino
Aveva già inghiottito
Le pillolette
Avute da un amico
Così rimase
Di colpo intossicato
Diede un urlo
E non tirò più il fiato
Lucrezia rimase di sasso
sul letto svestita
Sfinita abbattuta seccata
e un po’ infreddolita
La storia poi scrisse “VELENO”
segnandola a dito
Perché lei tentava di rendere
maschio il marito
finalino
fortuna che il Papa Alessandro
sua zio diretto
feroce convinto potente
emise un editto
dicendo che Lady Lucrezia
era donna di scienza
bastava sedurla per poi ritirar l’indulgenza.
Le gambe molto belle
Bimba Lucrezia
Voleva tre sorelle
Una per farla
Diventare strega
L’altra pensava di metterla in congrega
La terza invece
Da cavia le serviva
Per fare filtri D’amore come ambiva
Invece la sorte alla mamma
Dispose un marito
Sfinito, sfibrato, sfiancato
e un poco spaurito
Lucrezia convinse la mamma
a tentar con un’orgia
Ma pure restò l’unica erede dei Borgia
Gli occhi celesti
La grazia sopra i fianchi
Donna Lucrezia
ambiva dieci amanti
tre li voleva
distesi sopra il letto
quattro riserva
di guardia presso il letto
due già pronti
li fuori la porta
uno abbracciato
ma con la mano morta Invece la sorte
malvagia le diede un marito
Sfinito, sfibrato, sfiancato
e un poco spaurito
Lucrezia brigò
con i filtri, tentò con un’orgia
Ma in bianco restò,
sempre l’unica erede dei Borgia
Triste e cattiva
Le cosce dirompenti
Lady Lucrezia
Amava poco e a stenti
Ella voleva
il furor di mille amanti
Ma la fregavan
Lignaggio ed i parenti
Papà lo zio
Parente un cardinale
Re il marito
La nonna all’ospedale
Le venne una tarda serata
di tiglio odorosa
L’idea lampante geniale
e molto festosa
Lucrezia un goccio
di arsenico mise nel vino
Quel tanto in sostanza
che avrebbe eccitato il tapino
Con la vergogna
Di essere impotente
Ecco il marito che beve l’ingrediente
Prima il meschino
Aveva già inghiottito
Le pillolette
Avute da un amico
Così rimase
Di colpo intossicato
Diede un urlo
E non tirò più il fiato
Lucrezia rimase di sasso
sul letto svestita
Sfinita abbattuta seccata
e un po’ infreddolita
La storia poi scrisse “VELENO”
segnandola a dito
Perché lei tentava di rendere
maschio il marito
finalino
fortuna che il Papa Alessandro
sua zio diretto
feroce convinto potente
emise un editto
dicendo che Lady Lucrezia
era donna di scienza
bastava sedurla per poi ritirar l’indulgenza.
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