Storia Di Molti Testo
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Testo Storia Di Molti
Lascia che il ricordo voli al giorno in cui nascesti, cieco, sordo, muto e nudo, un buco nel vuoto, un'ombra nel buio, nel Nulla assoluto, e il Caos ti esplode intorno: luci, suoni, sangue, grida sensazioni senza azioni, istinto suicida...
Già percepivi l'inizio della sfida della vita, la tua vita: "Ma chi è stato ad avermi arruolato nell'esercito dei vivi?"
Già ti domandavi mentre lentamente scivolavi nuovamente nel tepore accogliente di un lamento di silenzio, come un alito divento che placa nell'infanzia del mattino e già eri bambino: incapace di capire i motivi del dolore che si acuiva quando in casa le parole si colpivano fra loro con fragore di battaglia: gocce di mitraglia sputate da bocche senza volto, che non danno ascolto, tante, troppe volte hanno finto, ti hanno respinto... ma non per questo ti sei dato per vinto mai...
E il tempo intanto corre come il vento e in un momento già ti vedi adolescente e in quell'istante senti tutto il vuoto che ti avvolge, come un manto dolce e soffocante mentre gridi... cerchi di fuggire ma finisci per vederti solamente come una scialba somma di porzioni incongruenti, senza senso apparente: un buono a niente convinto a convivere con una solitudine immensa, fatta d'ansia e di insuccessi.
Pensi di affrontarla ma ti scansi, vinci la paura del "diverso", sfondi il muro dei timori, esci fuori!
Allo scoperto, nel deserto, spazio aperto, provi sconcerto, avverti vertigini e crolli... Ti senti sfiorare e ti vedi fiorire, ti vedi passare e ti senti appassire, morire, impazzire.
Vorresti scappare ma resti passivo, immobile, vivo e pesante... refrattario agli attacchi della vita, adamantino cenobita o suppliziante pentito, perplesso o convinto... l'importante e' non darsi per vinti mai!
Già percepivi l'inizio della sfida della vita, la tua vita: "Ma chi è stato ad avermi arruolato nell'esercito dei vivi?"
Già ti domandavi mentre lentamente scivolavi nuovamente nel tepore accogliente di un lamento di silenzio, come un alito divento che placa nell'infanzia del mattino e già eri bambino: incapace di capire i motivi del dolore che si acuiva quando in casa le parole si colpivano fra loro con fragore di battaglia: gocce di mitraglia sputate da bocche senza volto, che non danno ascolto, tante, troppe volte hanno finto, ti hanno respinto... ma non per questo ti sei dato per vinto mai...
E il tempo intanto corre come il vento e in un momento già ti vedi adolescente e in quell'istante senti tutto il vuoto che ti avvolge, come un manto dolce e soffocante mentre gridi... cerchi di fuggire ma finisci per vederti solamente come una scialba somma di porzioni incongruenti, senza senso apparente: un buono a niente convinto a convivere con una solitudine immensa, fatta d'ansia e di insuccessi.
Pensi di affrontarla ma ti scansi, vinci la paura del "diverso", sfondi il muro dei timori, esci fuori!
Allo scoperto, nel deserto, spazio aperto, provi sconcerto, avverti vertigini e crolli... Ti senti sfiorare e ti vedi fiorire, ti vedi passare e ti senti appassire, morire, impazzire.
Vorresti scappare ma resti passivo, immobile, vivo e pesante... refrattario agli attacchi della vita, adamantino cenobita o suppliziante pentito, perplesso o convinto... l'importante e' non darsi per vinti mai!
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