Primavera '59 Testo
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Testo Primavera '59
La giapponese rise con i semi in mano
poi, con un gesto lieve, in aria li gettò,
al volo di piccioni che, planando piano,
con remiganti aperte al suolo si allargò...
La piazza di San Marco si fermò un istante,
Firenze, in primavera, quasi scomparì
e rimanesti solo, là, nell'inquietante
primavera dei vent'anni che nell'anima fiorì...
E andasti ad aspettarla con il cuore in gola
e dentro un'emozione antica ti bruciò...
Sciamavano ragazze fuori dalla scuola
riempiendo quella strada che s'illuminò
di voci, risa, grida, gioventù e richiami,
ma la sua voce chiara il nome tuo chiamò:
ti corse incontro accesa, ti afferrò le mani,
vi guardaste silenziosi e poi forte ti abbracciò...
E credevate che
sarebbe stato eterno quell'amore,
quel fiore non avrebbe mai visto l'inverno,
quel giorno non sarebbe mai mutato in sera,
per voi sarebbe stata sempre, sempre primavera...
Adesso dove sei, bimba d'allora,
con i tuoi sedici anni e il tuo sorriso ?
Chissà se senti che ti pensa in questo autunno,
che consuma ora piano anche il ricordo del tuo viso ?
Ma i giovani s'illudono d'essere immortali
e che ogni storia duri per l'eternità;
non sanno quanti fili, trame occasionali,
si tessono o svaniscono in casualità...
Una stagione muore, un'altra prende il volo,
sai quando inizia, non se e quando finirà,
ma è bella l'illusione di un momento solo,
quella luce che ti abbaglia, anche se si spegnerà...
Ma allora, a pranzo in una trattoria,
scrutando ansiosi il tempo che passava,
poi un cinemino, persi in galleria,
per qualche bacio che però bastava...
Di corsa al treno per il tuo ritorno,
l'ultimo bacio lungo il marciapiede:
tanto veloce volò via quel giorno,
poco quel tempo da passare assieme...
Di ritornare forse le giurasti
mentre era ferma, immobile nel pianto:
parole perse, so che non tornasti
da quella donna allora amata tanto...
E tutto è solo un episodio, un giorno,
un uscio chiuso che non si aprirà,
una partenza che non ha ritorno
come il tempo in questo autunno,
che la nebbia scioglierà...
... ed io rimasi solo, là, nell'inquietante
atmosfera dell'autunno, che quest'anima ferì....
poi, con un gesto lieve, in aria li gettò,
al volo di piccioni che, planando piano,
con remiganti aperte al suolo si allargò...
La piazza di San Marco si fermò un istante,
Firenze, in primavera, quasi scomparì
e rimanesti solo, là, nell'inquietante
primavera dei vent'anni che nell'anima fiorì...
E andasti ad aspettarla con il cuore in gola
e dentro un'emozione antica ti bruciò...
Sciamavano ragazze fuori dalla scuola
riempiendo quella strada che s'illuminò
di voci, risa, grida, gioventù e richiami,
ma la sua voce chiara il nome tuo chiamò:
ti corse incontro accesa, ti afferrò le mani,
vi guardaste silenziosi e poi forte ti abbracciò...
E credevate che
sarebbe stato eterno quell'amore,
quel fiore non avrebbe mai visto l'inverno,
quel giorno non sarebbe mai mutato in sera,
per voi sarebbe stata sempre, sempre primavera...
Adesso dove sei, bimba d'allora,
con i tuoi sedici anni e il tuo sorriso ?
Chissà se senti che ti pensa in questo autunno,
che consuma ora piano anche il ricordo del tuo viso ?
Ma i giovani s'illudono d'essere immortali
e che ogni storia duri per l'eternità;
non sanno quanti fili, trame occasionali,
si tessono o svaniscono in casualità...
Una stagione muore, un'altra prende il volo,
sai quando inizia, non se e quando finirà,
ma è bella l'illusione di un momento solo,
quella luce che ti abbaglia, anche se si spegnerà...
Ma allora, a pranzo in una trattoria,
scrutando ansiosi il tempo che passava,
poi un cinemino, persi in galleria,
per qualche bacio che però bastava...
Di corsa al treno per il tuo ritorno,
l'ultimo bacio lungo il marciapiede:
tanto veloce volò via quel giorno,
poco quel tempo da passare assieme...
Di ritornare forse le giurasti
mentre era ferma, immobile nel pianto:
parole perse, so che non tornasti
da quella donna allora amata tanto...
E tutto è solo un episodio, un giorno,
un uscio chiuso che non si aprirà,
una partenza che non ha ritorno
come il tempo in questo autunno,
che la nebbia scioglierà...
... ed io rimasi solo, là, nell'inquietante
atmosfera dell'autunno, che quest'anima ferì....
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