Gli Spaesati Testo
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Informazioni su Gli Spaesati Gli Spaesati è una canzone di Davide Van De Sfroos.
È la quinta traccia dell'album Maader Folk.
È la quinta traccia dell'album Maader Folk.
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Testo Gli Spaesati
Sem quel che sem
quel che semm sempru stà,
fem quel che fem
quel che em sempru fà,
chi sa ndu è narem a finì
ma sem mia mo' partì.
Siam nati contromano
cresciuti controvento
vivendo in contropiede
e siamo un controsenso
Facciam lavori vecchi
con sogni mal pagati,
lavori da ostinati
che sembrano svaniti
Siam gli ultimi brandelli
di una bandiera vera
che non sai più se c'è,
ma che una volta c'era
Capisum la fatiga
i sforz de la furmiga
capisum mea un prugress
che ghe sposta la cadrega
Ci chiamano paesani,
ma siamo gli spaesati,
i chiodi della storia
ormai arrugginiti
Abbiamo lunghe ombre ripariamo la memoria,
restare al nostro posto ormai
è l'ultima vittoria
Sem quel che sem
quel che semm sempru stà,
fem quel che fem
quel che em sempru fà,
chi sa ndu è narem a finì
ma sem mia mo' partì.
Siam stati gli emigranti
siam stati i ritornanti,
vi abbiam riempito i libri
credendoci ignoranti
Ci hanno insegnato i trucchi
per essere moderni
Ci han fatto scrivere tutto
e poi buttare via i quaderni
Come fili sottili
di un mondo che si scuce,
siam l'urlo dello strappo
che per adesso tace
Sembriamo senza tempo
sembriamo senza pace,
ma chiamerete noi
quando andrà via la luce
Ci chiamano paesani,
ma siamo gli spaesati
valichiamo dei confini soltanto immaginati
riconosciamo il nome
del posto in cui viviamo,
ma abbiamo perso il codice
per capire chi saremo
Sem quel che sem
quel che semm sempru stà,
fem quel che fem
quel che em sempru fà,
chi sa ndu è narem a finì
ma sem mia mo' partì.
Ci chiamano paesani,
ma siamo gli spaesati
Anche bloccati qui,
ci sentiamo trasferiti
Siam l'ultima frontiera
tra il ricordo e il cambiamento
Siamo il popolo nascosto
sorvegliamo un faro spento
quel che semm sempru stà,
fem quel che fem
quel che em sempru fà,
chi sa ndu è narem a finì
ma sem mia mo' partì.
Siam nati contromano
cresciuti controvento
vivendo in contropiede
Facciam lavori vecchi
con sogni mal pagati,
lavori da ostinati
che sembrano svaniti
Siam gli ultimi brandelli
di una bandiera vera
che non sai più se c'è,
ma che una volta c'era
Capisum la fatiga
i sforz de la furmiga
capisum mea un prugress
che ghe sposta la cadrega
Ci chiamano paesani,
ma siamo gli spaesati,
i chiodi della storia
ormai arrugginiti
Abbiamo lunghe ombre ripariamo la memoria,
restare al nostro posto ormai
è l'ultima vittoria
Sem quel che sem
quel che semm sempru stà,
fem quel che fem
quel che em sempru fà,
chi sa ndu è narem a finì
ma sem mia mo' partì.
Siam stati gli emigranti
siam stati i ritornanti,
vi abbiam riempito i libri
credendoci ignoranti
Ci hanno insegnato i trucchi
per essere moderni
Ci han fatto scrivere tutto
e poi buttare via i quaderni
Come fili sottili
di un mondo che si scuce,
siam l'urlo dello strappo
che per adesso tace
Sembriamo senza tempo
sembriamo senza pace,
ma chiamerete noi
quando andrà via la luce
Ci chiamano paesani,
ma siamo gli spaesati
valichiamo dei confini soltanto immaginati
riconosciamo il nome
del posto in cui viviamo,
ma abbiamo perso il codice
per capire chi saremo
Sem quel che sem
quel che semm sempru stà,
fem quel che fem
quel che em sempru fà,
chi sa ndu è narem a finì
ma sem mia mo' partì.
Ci chiamano paesani,
ma siamo gli spaesati
Anche bloccati qui,
ci sentiamo trasferiti
Siam l'ultima frontiera
tra il ricordo e il cambiamento
Siamo il popolo nascosto
sorvegliamo un faro spento
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