Adriatico Testo
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Testo Adriatico
Non ci sono olandesi a Rimini
a parte qualche turista,
non ci sono ingegneri idraulici
con progetti di riconquista,
non ci son terre da recuperare
niente battaglie, tutto a posto
sembra che debba averla vinta il mare...
Certo: il lasciarsi prendere
non va sottovalutato, smettere di difendere
le ipotesi del passato,
lasciarsi andare in un mare tranquillo,
che si lecca la riva di cui è innamorato.
Guardalo l'adriatico
come si muove piano
questo mare un po' antipatico
e triste;
che non promette viaggi che
non ci porterà mai lontano
che non ha più sorprese ma
soltanto coste e isole già viste...
Rivedo l'adriatico
mentre mi annoio in treno,
è uno specchio lontano, statico
e riflette il cielo poco sereno
di questi giorni da dimenticare
vissuti senza storia e il cuore sotto il livello minimo del mare.
Certo: lasciare o prendere
il gioco non è cambiato,
"forse è saggio sapersi arrendere"
qualcuno dice tenendo il fiato,
"forse è saggio restare fermi ad osservare
un abbisso mediocre, guardarsi galleggiare..."
Eccolo l'adriatico
che viene a prenderci piano piano,
col suo ritmo matematico
e lento
ecco il vecchio padre saggio
che non ci ama e che noi non amiamo
ecco il sonno non lontano
ecco il bicchiere dentro a cui anneghiamo...
Non ho visto bambini a Rimini,
tranne quelli delle colonie,
poveri soldatini minimi,
già dati in pasto alle cerimonie,
ma resistono, loro, e sanno ancora progettare
argini immaginari, sponde,
dighe e barriere da non abbandonare
ma poi, a sera, imbronciati in faccia al mare
non hanno vecchi a cui domandare
perché quest'adriatico
si muove così, così piano
eppure è così fanatico
e forte,
perché fa scomparire sempre
tutto quello che noi costruiamo
perché non ci abbandona mai
e poi perché noi non lo dimentichiamo...
a parte qualche turista,
non ci sono ingegneri idraulici
con progetti di riconquista,
non ci son terre da recuperare
niente battaglie, tutto a posto
sembra che debba averla vinta il mare...
Certo: il lasciarsi prendere
non va sottovalutato, smettere di difendere
le ipotesi del passato,
lasciarsi andare in un mare tranquillo,
che si lecca la riva di cui è innamorato.
Guardalo l'adriatico
come si muove piano
questo mare un po' antipatico
e triste;
che non promette viaggi che
non ci porterà mai lontano
che non ha più sorprese ma
soltanto coste e isole già viste...
Rivedo l'adriatico
mentre mi annoio in treno,
è uno specchio lontano, statico
e riflette il cielo poco sereno
di questi giorni da dimenticare
vissuti senza storia e il cuore sotto il livello minimo del mare.
Certo: lasciare o prendere
il gioco non è cambiato,
"forse è saggio sapersi arrendere"
qualcuno dice tenendo il fiato,
"forse è saggio restare fermi ad osservare
un abbisso mediocre, guardarsi galleggiare..."
Eccolo l'adriatico
che viene a prenderci piano piano,
col suo ritmo matematico
e lento
ecco il vecchio padre saggio
che non ci ama e che noi non amiamo
ecco il sonno non lontano
ecco il bicchiere dentro a cui anneghiamo...
Non ho visto bambini a Rimini,
tranne quelli delle colonie,
poveri soldatini minimi,
già dati in pasto alle cerimonie,
ma resistono, loro, e sanno ancora progettare
argini immaginari, sponde,
dighe e barriere da non abbandonare
ma poi, a sera, imbronciati in faccia al mare
non hanno vecchi a cui domandare
perché quest'adriatico
si muove così, così piano
eppure è così fanatico
e forte,
perché fa scomparire sempre
tutto quello che noi costruiamo
perché non ci abbandona mai
e poi perché noi non lo dimentichiamo...
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