Dodici Note Testo
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Informazioni su Dodici Note Dodici Note è una canzone di Claudio Baglioni.
È la diciottesima traccia dell'album In Questa Storia, Che E' La Mia.
È la diciottesima traccia dell'album In Questa Storia, Che E' La Mia.
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Testo Dodici Note
Tu sei la mia canzone che nessuno sa
Il bacio di chi è stato un secolo a digiuno
L’illusione sopra il treno di ciascuno
Quando se ne va
Sei la ragione che mi porta alla follia
La notte che andrà via con la stagione morta
L’emozione che è rimasta dentro assorta
Come una poesia
Tu sei un volo d’aquilone
La mia assurda tentazione
Sei la perdizione
E la virtù
Tu sei la confessione che non faccio mai
La buona azione dentro il ballo di un abbraccio
L’ovazione per un timido pagliaccio
Che fa solo guai
Sei l’attrazione che mi tiene fermo da
Il canto e l’ossessione delle mie sirene
La prigione senza sbarre né catene
Ma rimango qua
Tu sei la mia dannazione
La mia sola religione
Sei il balcone
Che ora spio lassù
A braccia tese e mani vuote
Suonerò finché non senti tu
Non ho altro che dodici note
Un po’ di parole appresso e niente più
Tu sei la processione di tutti i miei se
La barra di un timone che è in balia dei flutti
L’acquazzone che disseta i campi asciutti
E che prosciuga a me
Sei la liberazione della mia città
Tu sei l’arpione che mi sta spellando il cuore
L’espressione che cancella ogni rancore
E in silenzio sta
Tu sei premio e punizione
Le mie ali di cartone
Sei il burrone
Dove cado giù
A braccia tese e mani vuote
Suonerò finché non senti tu
Non ho altro che dodici note
Un po’ di parole appresso e niente più
E niente più
E niente più
Sei la maledizione, la benedizione
La sottomissione e la ribellione
La disperazione, poi l’esaltazione
La passione e la crocifissione
La resurrezione e infine l’ascensione
A braccia tese e mani vuote
Suonerò finché non senti tu
Non ho altro che dodici note
Un po’ di parole appresso e niente più
E niente più
E niente più
Di dodici note
Il bacio di chi è stato un secolo a digiuno
L’illusione sopra il treno di ciascuno
Quando se ne va
Sei la ragione che mi porta alla follia
La notte che andrà via con la stagione morta
L’emozione che è rimasta dentro assorta
Come una poesia
Tu sei un volo d’aquilone
La mia assurda tentazione
Sei la perdizione
E la virtù
Tu sei la confessione che non faccio mai
La buona azione dentro il ballo di un abbraccio
L’ovazione per un timido pagliaccio
Che fa solo guai
Sei l’attrazione che mi tiene fermo da
Il canto e l’ossessione delle mie sirene
La prigione senza sbarre né catene
Ma rimango qua
Tu sei la mia dannazione
La mia sola religione
Sei il balcone
Che ora spio lassù
A braccia tese e mani vuote
Suonerò finché non senti tu
Non ho altro che dodici note
Un po’ di parole appresso e niente più
Tu sei la processione di tutti i miei se
La barra di un timone che è in balia dei flutti
L’acquazzone che disseta i campi asciutti
E che prosciuga a me
Sei la liberazione della mia città
Tu sei l’arpione che mi sta spellando il cuore
L’espressione che cancella ogni rancore
E in silenzio sta
Tu sei premio e punizione
Le mie ali di cartone
Sei il burrone
Dove cado giù
A braccia tese e mani vuote
Suonerò finché non senti tu
Non ho altro che dodici note
Un po’ di parole appresso e niente più
E niente più
E niente più
Sei la maledizione, la benedizione
La sottomissione e la ribellione
La disperazione, poi l’esaltazione
La passione e la crocifissione
La resurrezione e infine l’ascensione
A braccia tese e mani vuote
Suonerò finché non senti tu
Non ho altro che dodici note
Un po’ di parole appresso e niente più
E niente più
E niente più
Di dodici note
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